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Il Tatuaggio

Storia, tecniche, curiosità

Occhio di Horus

Occhio di Horus

Protezione, Regalità, Colui che tutto vede

Nell’antico Egitto l’Occhio di Horus (che tutto vede) era simbolo potentissimo di regalità e di protezione, chiamato anche UTCHAT ossia ”Occhio della Perfezione” (Horus era il Dio della Preveggenza dalla testa di falco, figlio di Iside e Osiride, ed il suo occhio, perso in battaglia contro Seth, era stato risanato e potenziato da Toth, che vi aveva instillato anche poteri magici).

Il simbolo fu trovato sotto il dodicesimo strato di bende sulla mummia di Tutankhamun, si pensava infatti che questo amuleto fosse di grande aiuto nella rinascita a nuova vita dopo la morte.

Ma si trovava anche all’ingresso delle abitazioni e sui sarcofagi, per contrastare il male e proteggere.

L'OCCHIO DI HORUS (o DI RA) NELLE SUE FRAZIONI:

occhio_horus 

In base alle antiche tecniche di misurazioni egiziane, il disegno dell’occhio è composto da differenti frazioni ognuna con un suo significato:

- ½ rappresenta l’odore ( forma di naso al lato dell'occhio)

- ¼ rappresenta la vista e la luce (pupilla)

- 1/8 rappresenta il pensiero (sopracciglio)

- 1/16 rappresenta l’udito (freccia sul lato dell’occhio che punta verso l’orecchio)

- 1/32 rappresenta il gusto, il germogliare del frumento (coda curva)

- 1/64 tappresenta il tatto (piede che tocca terra).

Insieme all'Ankh , l'Occhio della Perfezione è uno dei simboli egiziani più tatuati.

 

Uso dell'occhio di Horus nell'Antico Egitto

L'Occhio di Horus era intimamente associato agli dei e al loro dominio sul regno degli uomini, questo lo rendeva un simbolo onnipresente di protezione.

Si racconta che i marinai egiziani dipingessero l'Occhio di Horus sulle prue delle loro barche prima di salpare per viaggi lunghi e pericolosi.
L'occhio guidava la nave nel suo viaggio attraverso acque sconosciute e fungeva da deterrente per le forze malefiche.

Altro uso comune dell'Occhio di Horus era all'interno delle cerimonie funebri.
Oltre ad essere un simbolo di protezione divina, era considerato rappresentazione della volontà degli dei sul mondo mortale.

Gli antichi egizi credevano che il faraone fosse un dio vivente, una personificazione delle forze del cielo che si ergeva a loro sovrano poichè il sangue divino scorreva nelle sue vene.

A volte il faraone veniva anche chiamato "Horus vivente" e si diceva che quando un faraone moriva, lo spirito di Horus passava dal defunto al suo successore.
Questo spiega perché l'Occhio di Horus figurava così spesso nelle corti e nei costumi reali.

Alcuni degli amuleti funerari più preziosi ee elaborati recuperati dalle piramidi e dai sarcofagi sono rappresentazioni dell'Occhio di Horus, anche in questo caso l'amuleto aveva la funzione di guidare il faraone lungo il suo viaggio dalla terra dei viventi a quella dei morti.


 Se l'antico Egitto ti affascina, ti consigliamo la lettura del libro, edito da Einaudi,  La Civiltà Egizia.

 

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